Saturday, October 22, 2011

Metabolism @MAM


Una nuova interessante mostra mi ha portata di nuovo al caro e amato Mori Art Museum, al 53-esimo piano del Mori building a Tokyo.

Questa volta si tratta di architettura, e in particolare di architettura in Giappone durante gli anni del Metabolismo, ovvero una corrente di pensiero fondata su idee visionarie degli architetti del tempo, che si formo' in Giappone intorno agli anni 50 e che ruota attorno al concetto futuristico di citta' super popolate caratterizzate da strutture grandi, flessibili e espandibili che rievocano in qualche modo i processi di crescita degli organismi, dando l'impressione di crescere e svilupparsi in base ai cambiamenti dell'ambiente circostante.
Il movimento nasce proprio durante gli anni del dopoguerra, quando per il Giappone era tempo di riprendersi e ricostruire. La popolazione era in netto e rapido aumento, lo sviluppo economico degli anni successivi gioca un ruolo determinante nella ricostruzione e nell'ottimismo generale.

Molti dei progetti di quegli anni hanno trovato poi pratica realizzazione e sono individuabili in giro per Tokyo e in altre parti del Giappone (e in Italia, ad esempio). Per fortuna molti altri progetti, dallo stampo molto ma molto futuristico, non sono poi stati realizzati....

Con il piano di ricostruzione della citta' di Hiroshima si puo' dire nasca il Metabolismo in architettura.
Successivamente, negli anni 60 e' la volta di Tokyo: la citta' contava gia' 10milioni di abitanti e era necessario pensare a una citta' che potesse contenere la popolazione in rapidissima crescita.

Moltissimi i progetti che includevano una espansione marina di Tokyo sulla baia: unita' abitative galleggianti, capacita' abitativa di 15mila persone per ogni struttura, infrastrutture impossibili, strade, ponti, e anche aree verdi per cercare di compensare l'imponente quantita' di cemento che tali progetti avrebbero richiesto. Le strutture si metabolizzavano con l'ambiente sotto forma di eliche, o unita' modulari che potevano espandersi e comporsi alla stessa maniera dei rami degli alberi, vere e proprie unita'-alveari che potevano ospitare migliaia e migliaia di abitazioni e uffici....
In una delle sezioni del museo queste strutture che non hanno fortunatamente trovato realizzazione sono descritte molto bene in una animazione video, tramite cui e' possibile capire perche' tali orrori architettonici possono essere considerati metabolizzati.

Questi sono gli anni in cui la fantasia degli architetti giapponesi e' andata proprio fuori controllo, e sono contentissima del fatto che nessuna di queste visionarie idee sia stata realizzata nella Tokyo di oggi. Immaginate voi una Shibuya in cui a posto dei mega schermi ci sono delle megalitiche strutture alveolari a forma di albero? O potreste pensare alla baia di Tokyo puntellata di torri e piattaforme che spuntano dal mare?

Il migliore esempio (e il simbolo) di metabolismo e' sicuramente la capsula, una unita' abitativa a se stante, modulare e che puo' essere facilmente trasportata da un posto all'altro. Passavo davanti proprio l'altro giorno, a Ginza davanti al Nakagin, l'edificio capsula...
Ci sono state anche belle idee durante gli anni del metabolismo, come lo stadio realizzato a Tokyo per le olimpiadi, o il politecnico di Singapore.

Negli anni '70 c'e' l'Expo di architettura a Osaka, quando si comincia a dare un po' piu' importanza alla parola ambiente e dove si incomincia a parlare di pianificazione urbana. Da qui, gli architetti cominciano a espandersi al di fuori del territorio nipponico e realizzano progetti a Skopje, Singapore, e persino Bologna (sono rimasta colpita!) negli anni seguenti, allargano il concetto di metabolismo verso una prospettiva piu' globale.

Per concludere, come sempre MAM non delude, e come sempre risulta essere al di sopra delle mie aspettative. Le sezioni sono ben organizzate, la qualita' della mostra e' eccellente,vale la pena soffermarsi a studiare i modelli in scala dei progetti che sono stati realizzati e di quelli non realizzati.

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A new interesting exhibition is on at the dear old Mori Art Museum, on the 53rd floor of Mori Building in Tokyo.

This time it's about architecture, particularly about Japanese architecture in the years of Metabolism, a movement based on visionary ideas started in Japan around the 50's and is centered around the futuristic concept of over populated cities, made of huge, flexible and expandable structures recalling somehow the organic growth processes and giving the impression they can grow and develop following environmental changes.

Metabolism moved its first steps right after the world war, when Japan was recovering and rebuilding itself. Population was rapidly and constantly growing, and the economical boom in the following years plays a determinant role in the reconstruction and in the general optimism.

Many of the plans from those years were actually built and nowadays can be spotted around Tokyo and other areas in Japan (and Italy, for instance). Fortunately many other plans, very very futuristic plans, weren't practically constructed....

Metabolism in architecture was born with the reconstruction plan of Hiroshima.
Later, during the 60's it's Tokyo's turn: the city counted already for 10million inhabitants and it was necessary to think of a city which could give homes to the population in rapid growth.
There were many projects focusing on a marine expansion on Tokyo bay: floating housing units, with housing capability of 15 thousands people per structure, impossible infrastructures, roads, bridges, and also green areas to try to compensate the massive amount of cement those plans would have required to apply. The structures were metabolized by the environment in the form of helix, or in modular units that could expand and compose in the same way of the tree leaves, mere bee hive units for thousands and thousands of houses or offices...

One of the sections describes well such visionary plans through a video animation, and it's also possible to understand why such architectural horrors were considered metabolized.

These are the years when the Japanese architects' fantasy derailed, and I am very happy that none of these visionary ideas was realized in Tokyo. Can you imagine Shibuya where instead of the mega screens you'll see bee-hive style megalith structures shaped like trees? Or can you think of Tokyo bay spotted with towers and platforms growing from the sea?
The best example (and the symbol) of metabolism is for sure the capsule, a stand-alone, modular housing unit that can be transported from one place to another. Just the other day I was passing by the Nakagin capsule building in Ginza...

But good ideas came out from the years of metabolism, too, like the stadium in Tokyo built for the olympic games, or the polytechnic university in Singapore.

The 70's are the years of the Osaka Expo, when they start to give more importance to the environment and when they start thinking about urban planning. From here and the subsequent years, architects expanded to the outside of Japan and design plans for Singapore, Skopije, even Bologna (I was shocked), and they give metabolism a more global perspective.

To conclude, the MAM is satisfactory as usual, and it's above my expectations, as usual. The sections are well organized, the quality of the exhibition is excellent, it's worth to stop by and study the scale models of all the designs, the ones that were actually built and the ones that weren't.







2 comments:

  1. Articolo interessantissimo! Guardando le foto devo dire che:

    - il Nakagin sinceramente non mi dispiace, anzi. Dal punto di vista del design e del concetto mi attrae molto. Discorso diverso va fatto per gli interni. Mi pare di capire che siano unità abitative veramente minuscole. Se ho capito bene una di queste capsule si vede nella seconda foto, giusto? Trooooooooppo piccola, e troppo poco zen, INGUARDABILE!

    - la penultima foto con le strutture di forma ellittica sull'acqua invece, mi affascinano tantissimo. A vederle così, le forme sono unite le une con le altre in maniera molto armonica. l design è eccezionale. Sempre imho!

    - l'ultima foto invece fa proprio cagare! La forma ad albero è orripilante!!!

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  2. Guarda, se avessi visto l'animazione video, anche le strutture che tu credi siano armoniche si sarebbero rivelate una schifezza....
    Io quando vedo questi ammassi giganti di cemento e ferro mi sento male, speriamo proprio che le citta' del futuro non siano cosi!!!

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