Tuesday, April 5, 2011

Help Japan

Some initiatives to donate and contribute. More to come...
Socks for Japan : http://jasonkelly.com/helpjapan/
Fiat Group Japan Click Donations: http://www.fiat-auto.co.jp/clickdonation
Peace Winds Japan: http://peace-winds.org/en/
Donations : http://www.npo-uniken.org/shinsai_busshi.html
Red Cross: http://www.jrc.or.jp/english/index.html

5 comments:

  1. A onore della loro dignità penso che il mondo intero ha apprezzato il contegno dimostrato dai giappi di fronte alla tragedia che è capitata, però... diciamola tutta: parliamo della
    2^ (massimo 3^) nazione più industrializzata al mondo, e probabilmente quella che negli anni si è sforzata di più nell'organizzazione per contenere gli effetti di un terremoto.
    (Preferirei non approfondire sulle furbate corporate della Tepco, che adesso espongono una vasta area allo spopolamento per proteggere la salute degli abitanti).

    Quindi anche per questo mi sorprende poco che non li abbiamo visti piangere e disperarsi come in eventi simili occorsi altrove (vedi Haiti), anche per quello che hai scritto tu, i più storditi di fronte all'evento sono stati gli occidentali che vi hanno assistito.
    Per questo sembra strano pensare che chiedano aiuto perchè non è proprio da loro (per parte di origini personali, mi riesce difficile pensare ad un isolano che non sia fiero di essere "isolato", confidi di cavarsela da solo, e sappia filtrare l'influenza e l'aiuto esterno).
    Poi si possono sviluppare tante considerazioni sul rientro di investimenti giapponesi all'estero (che almeno nei primi giorni avevano "spostato" il cambio dello yen), ma è tutto da vedere quanto sono smobilizzabili in tempi brevi e se di consistenza e interessi sufficienti per ricostruire, sempre illigentemente...
    Ciao & besos
    P

    PS scusa se mi sono dilungato

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  2. Io ho visto immagini e filmati in cui la gente piange e si dispera, da un lato sono contenta che non si sia visto niente di tutto ciò,perchè avrebbe solo aggravato il livello di panico di gente che ha familiari o amici in giappone (vedi la mia famiglia che mi ha provocato un breakdown nervoso).
    I giappi sono preparati ai terremoti, questo è certo, ma uno tsunami di 10 metri, come lo fermi? E' questo che ha messo in ginocchio il giappone, non il terremoto, e neanche la centrale nucleare, anche se la compagnia elettrica secondo me ha regito male sin dall'inizio e ora vorrebbe insabbiare i fatti....
    Non si può prevenire il caso nè l forza della natura a volte: ma dico, con tanti epicentri, il terremoto dell'11 marzo proprio uno tsunami doveva provocare?e proprio su una centrale nucleare?Sono convinta che l'economia giapponese si riprenderà presto, e spero anche che il resto del mondo si lasci alle spalle questo panico ingiustificato. Di certo la gente qui non sarà abbandonata a se stessa come è successo in Abruzzo, qui la pulizia delle macerie e la ricostruzione è già in atto...mi risulta che ancora, dopo due anni non c'è un cenno alla ricostruzione a L'Aquila....

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  3. Allora deve esserci stato un certo "filtro", tanto è vero che la reazione popolare generale è stata di enorme rispetto per la dignità e il contegno dimostrato dai giapponesi.
    Hai ragione uno tsunami non lo fermi, come non fermi un tornado o un terremoto, ma la chiave è sempre lì: prevenzione a livello di preallerta e di infrastrutture in grado di reggere certi "stress test". Visto il loro passato e la loro sensibilità al riguardo difficile pensare a qualcuno meno adatto dei giapponesi per sviluppare ragionamenti simili. In Italia l'esempio dell'Abruzzo è emblematico sia dal punto di vista preventivo (rischio sismico ignorato a livello edile, alert pre-scosse ignorati, ricostruzione a livello di lumaca), vedendo anche che in Giappone già ricostruiscono delle strade...
    Ciao
    P

    PS scusa se sopra ero stato un po' "sconclusionato"

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  4. Strano che abbiano messo un filtro, visto che dalla stampa estera, soprattutto da quella italiana, sono uscite esagerazioni su esagerazioni, enfasi su devastazione, terrore, bombe nucleari eccetera. Eppure, a discapito dei giapponesi, devo dire che di stupidaggini e grossolanerie ne hanno combinate non poche, e ti do ragione nel dire che, si, vero che un'onda di 10 metri non la puoi fermare, ma almeno cercare di reggere quanti piu' stress possibili. Il fatto e' che e' difficile prevedere e prevenire TUTTE le possibili minacce....
    Comunque, spero che da questa catastrofe i giappi imparino qualcosa di nuovo.

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  5. Risposta da deformazione professionale: è impossibile coprire e prevenire tutti i rischi, e in generale la probabilità che un evento non accada non è mai nulla (vd. teoria del cigno nero). Però esistono i risk assessment: identifichi l'evento di rischio, ne stimi la probabilità di accadimento e gli impatti che potrebbe provocare, valuti l'adeguatezza e la quali-quantità dei presidi già in essere che possano mitigare le conseguenze dell'evento; da tale analisi ricavi le azioni eventualmente ancora da realizzare per una mitigazione ancora più efficace. Ora nel nostro caso parliamo di uno tsunami in Giappone, di suo collocato in area a rischio sismico ampiamente riconosciuto e monitorato, ma come pure a rischio tsunami da prima di quello del marzo scorso ("artisticamente" il quadro dell'onda è un arcinoto segnale del fatto che tale rischio sia già riconosciuto da tempo). Forse le eventuali contromisure non avrebbero mitigato integralmente la possibilità dell'evento, ma almeno in parte sì.
    Non identifichiamo e mitighiamo tutti i rischi (sarebbe impossibile), ma almeno quelli cui siamo maggiormente esposti secondo criteri di ragionevolezza.
    Besos
    P

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