Thursday, July 1, 2010

Lost in frustrations

Penso a cosa mi porterò dietro dei miei anni in Giappone, penso a cosa di utile c'è stato, a cosa è fruttato, a cosa mi resterà come bagaglio culturale e personale, a cosa racconterò un giorno riguardo a questa terra e alle sue tradizioni...

Ci sono giorni in cui mi rendo conto che in tre anni e mezzo non ho messo a frutto nulla, o poco. Tanti buoni propositi, tante speranze, altrettanti insuccessi.

Tutt'oggi la barriera linguistica si pone tra me e il resto della popolazione (135 Milioni) nazionale. Ero convinta che in un anno sarei arrivata a gestire ogni conversazione di livello ordinario, e in effetti dopo il primo anno di studi e esercizio degli ideogrammi c'ero quasi riuscita. Poi ho smesso. Per pigrizia...Adesso il mio livello di giapponese ordinario è pari a quello di un bambino di circa 3 anni. Non è bello raccontare di essere stata in Giappone cosi a lungo e saper dire cosi poco....Mi ero imposta di imparare quanto più è possibile nel lavoro, ma dopo tanto tempo non sono poi avanzata visibilmente a livello professionale.

Ero sicura che avrei capito cosa fare nella vita, che mi sarei fatta la mia strada e che avrei avuto tutto sotto controllo, invece vago ancora nell'ignoto e ricavo modelli probabilistici del mio futuro.
Grazie alla natura, o a un sistema spazio-tempo-ambientale, mantengo lo stesso fisico di 12 anni fa, caratteristica che molti mi invidiano e che molti vedono come una porta aperta verso l'anoressia...in ogni caso, io mi sento un fisico da ottantenne: flessibilità motoria vicina a quella di un cubetto di lego, capacità respiratoria minima, resistenza agli sforzi quasi inesistente, giunture dolenti e schiena che fa male un giorno si e un giorno no. Pensavo che avrei fatto molto di più per questo mucchietto d'ossa e muscoletti che mi ritrovo, mi riprometto ancora di andare a correre lungo il fiume, o andare in palestra, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il procrastinare.

Saranno le giornate di pioggia (che qui in Giappone contano per quasi l'80% in un anno), saranno i rumori continui che martellano il cervello dall'alba al tramonto, sarà l'aria spessa che si taglia a fette, fatto sta che a volte la voglia di fare viene meno, la positività mi abbandona, il coraggio si affievolisce, l'entusiasmo scompare e rimane solo il grigio dei cieli e dei palazzi.

Mi dovrò procurare una tavolozza di colori. 16 milioni, come nei pc.

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I think of what I'll bring back of these years in Japan, I think of what usefulness and fruitfulness is there, I think of what will remain as cultural and personal enrichment, of what I will tell one day about this land and its traditions...Some days I realize I didn't improve anything, or much. Many good resolutions, lots of hopes, and many failures.

As of today, the language barrier stands between me and the rest of the population of the nation (135Million). I was convinced that in one year I could handle any ordinary level conversation, and in facts after my first year of studies and ideograms practicing I almost succeeded. Then I quit. cause: laziness...Now my ordinary level in Japanese is as equal as a 3 years old kid's level. Saying I've lived in Japan for so long and knowing so little is not so nice....

I imposed myself to learn as much as I could at work, but after so long I'd say I haven't done big steps forward, professionally.
I was sure I'd have had clear ideas for life, I'd have paved my way and I'd have had everything under control, but I still wonder around and get probabilistic models for my future.

Thanks to mother nature, or to a space-time-environment system, I keep the same body as 12 years ago, a characteristic which many envy and many see as a door to anorexia...in any case, I feel I'm eighty years old: flexibility close to the one of a lego cube, minimal breathing capacity, non-existent resistance to strain, painful joints and back aching every second day. I thought I would do more for this bunch of bones and muscles I have, I still promise myself I'll go jogging along the river, or going to the gym, but in between say and do sits procrastinate.

May it be the rainy days (and in Japan they count up to 80% on one year), the unceasing hammering noises from sunrise to sunset, the thick air that can be cut with a knife, whatever may it be, sometimes the feeling of doing something pulls back, positivity leaves me, bravery reduces, enthusiasm disappears and only the grey of the skies and the buildings is left.

I have to get myself a board with colors. 16 million, like in a pc.

2 comments:

  1. E' partito il concorso del post più depresso e non lo sapevo...
    Dai come hai chiarito più volte, il Giappone non è solo un altro Paese e di un altro continente, ma rispetto a noi è proprio un mondo a parte. Quindi non devi buttarti giù se i progressi non sono così evidenti; di fatto neppure tu conosci ancora dei miglioramenti che ancora non si sono resi palesi :)
    Sulla parte dell'esercizio fisico...facciamo che se decidessi di andare a correre mi chiami così è la volta buona che inizio anche io! Altro che il lato oscuro della forza: la pigrizia è il vero lato oscuro! :D
    Abbracci
    Paolo

    PS: comunque premio della critica per il post nella categoria "Titoli ispirati a titoli di film"

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  2. Eh si si, hai ragione in fondo...
    Come del resto dicevano nell'antica Roma "otium mater vitiorum" no?
    Grazie per il premio ;)

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