Monday, April 30, 2007

Chinatown Yokohama -- 横浜中華街

In una bella mattina di sole - e devo dire: era ora!- si decide per una capatina a Chinatown, un paio di stazioni più avanti di Yokohama, la città portuale per eccellenza. Dopo un pò di confusione e smarrimento, si riesce a trovare una mappa della città, in inglese, e si va alla scoperta della Cina....l'area è delimitata dalle tipiche porte in legno coi tetti super decorati, e subito colpiscono agli occhi gli innumerevoli dragoni scolpiti e dipinti ovunque.Poi i colori: forti, brillanti, quasi a voler parlare....rosso e oro ovunque, ma anche blu e verde appaiono a decorare ingressi di ristoranti, templi, facciate, ecc.

Poi il tempio....oh, mai vista tanta generosità nell'uso dei colori e tanta opulenza nel decoro, quasi che un orafo fosse stato messo lì per creare dal nulla un'opera d'arte in oro massiccio!
E anche le statue raffiguranti il buddha, vestite con colori talmente sgargianti che a confronto la luce del sole sembra una semplice lampadina da scrivania!!!!!
L'effetto sugli occhi è strano, come di una stonatura marcata, però non sgradevole, e il tutto è amplificato da decine di lalmpade a soffitto che fanno vedere tutto in una luce giallastra quasi da club dell'America degli anni 20.
Certo, non mi sarei mai aspettata di trovare anche negozi con arte tipica indiana, ma tutto fa business da queste parti!

In compenso la cucina cinese offre tante e gradevoli (quali più quali meno) pietanze, prettamente a base di carne di maiale o pollo, e poi finalmente assaggio gli involtini primavera e i fagottini ripieni cotti al vapore, nel tipico cestello in legno, esclusivi della cucina cinese, e che si possono comprare anche come take-away lungo le strade di Chinatown.

Dopo essere usciti dalla babele di strade decorate con migliaia di lanternine rosse o gialle, si punta verso la zona marittima di Yokohama, dove il più rilassante colore azzurro del mare porta un pò di pace nello spirito. Non c'è molto di diverso da una grande area commerciale, con il suo solito osservatorio dall'alto della Landmark Tower, tanti negozi all'interno, ristoranti e aree intrattenimento...Il caffè preso in un bar con vista sulla baia e sulla grande ruota panoramica non è granchè, ma ormai si è consapevoli che un buon caffè, forte, tipico italiano, è davvero difficile da trovare, "dakara" (perciò) ci si accontenta!



On a nice sunny morning - finally!- we decide to head to Chinatown, a few stops far from Yokohama. After a few moments of confusion, we managed to find a map of the city, in English, and we leave to discover China....the area is delimited by the typical wooden doors, with super-tricked out hip-roofs, and the several dragons painted and carved hit the eyes. Then colours: strong, brilliant, almost talking....red and gold everywhere, but also blue and green come up to enrich the main doors in restaurants, temples, walls, and so on.

And the temple: never seen so much bounty in the usage of colours, and so much profusion in details, like an artist was put there only to create a golden artwork!
Also the statues representing buddha were dressed with so lighting colours that the sun seems to be a desk lamp in comparison.The effect for the eyes is strange, like a strong contradiction, but not unpleasant, and everything is overdrawn by tents of lamps that let us to see the scene in a yellow light, like in an American club in the '20s.

I've never expected to find also shops with home-made indian artworks, but business is business here!
But eating out in China offers different and palatable (more or less) courses, made with pork and chicken meat at most; and finally I try the spring rolls and the strange stuffs cooked with steam into the proper wooden pot and that you can buy as take-away along the streets in Chinatown.
After exiting the babel of street we decide for the maritime area of Sakuragichoo, where the most relaxing blue of the water brings some relax. Nothing too different from a shopping area, with the usual observatory at the top of the Landmark Tower, many shops inside and restaurants..the coffee we had in a bar, from where you could have a nice view on the bay, was not the best, but we are conscious that a good, strong, Italian coffee is really difficult to find out, DAKARA we were fine!

Tuesday, April 17, 2007

Leonardo da Vinci genius at work

Forse non tutti sanno che uno dei capolavori di Leonardo si trova qui a Tokyo, grazie ad una collaborazione Italia-Giappone, ed è possibile ammirarlo fino al 17 giugno, quando il quadro della "Annunciazione" se ne torna a Firenze, agli Uffizi.

Ebbene, finalmente oggi sono andata a vedere la mostra organizzata per l'occasione. Non c'è che dire: superbo, splendido, meraviglioso, da togliere il respiro.... sono rimasta senza parole, sia per come abbiano saputo presentare il genio di Leonardo in tutta la sua grandiosità, sia per quello che ho visto essere l'opera omnia del sommo artista......non avevo mai guardato alle sue opere sotto questa luce, eppure di Leonardo si studia tutto durante gli anni della scuola!ma sensazioni come quelle di oggi, da batticuore, proprio non potevo immaginare!

All'ingresso la coda di 20 minuti, poi controlli al metal detector, non si sa mai! Poi si entra in questa sala nella penombra e sullo sfondo....eccolo!Appare il quadro, che lo avevo immaginato 10 volte più grande delle sue reali dimensioni, ma era tuttavia grande nel contenuto. La finezza del tocco, la minuzia dei particolari, la cura del dettaglio, persino l'effetto foschia che ti fa vedere sempre meno se più lontano guardi.......dopo qualche minuto di fervida emozione, si va poi in un'altra sala dove sono esposti tutti i lavori (copie ovviamente) di Leonardo, e anche qui non c'è limite al suo agire: pittore sin dalla tenera età di 13 anni, scultore, architetto, ingegnere, meccanico, anatomista, fisico, e chi più ne ha più ne metta.

C'erano esperimenti, prove, bozze e tentativi per tutti i gusti: le prove di disegno, soprattutto dei drappeggi delle vesti, lo studio della tensione di muscoli e tendini, progetti di ali meccaniche, analisi del movimento, strumenti per misurare la velocità, prototipi in vetro di occhio umano per capire come la luce viene filtrata e riflessa, esperimenti sulle lenti, studi sulle proporzioni anatomiche, studio del colore e delle ombre, carrucole, congegni meccanici di ogni tipo, peso, forma e dimensione, il congegno del moto perpetuo, ovvero di come abbia sfatato il mito dell'inesistenza del moto perpetuo.....una ruota che gira senza alcuna forza agente esterna! e fra tutti uno che mi ha colpito in modo particolare: una lampada a olio che illumina attraverso uno strato semi-trasparente, usata dal maestro per dipingere le ombre con la luce artificiale.....

E la cosa pazzesca è che tutto ciò avveniva tra il 1400 e il 1500, e lui si trovava anni luce avanti col suo pensiero...

Beh, che dire, magari avessi solo 1 centesimo del suo intelletto!

Saturday, April 14, 2007

Lifestyle -- Manners&Manners

Ovvero: sulle buone maniere dei giapponesi. Ci sono in particolare tre cose che non riesco a sopportare:

1-quest'idea di usare i marciapiedi come pista ciclabile, chi l'ha avuta?????

Gli spericolati e sbadati ciclisti mettono a rischio la tua e la loro vita, eppure nessuno ha pensato bene di creare apposite piste per loro (SULLA STRADA preferibilmente!)

2-la necessità di prendere il treno delle hh:mm e non il successivo, anche se è pieno da scoppiare, è dovuta al fatto che tutti si svegliano tardi la mattina e hanno fretta di recarsi al lavoro? Oppure al fatto che pensano che essendo stretti stretti magari dimagriscono? Oppure ancora è dovuta al fatto che si sentono soli e allora essere pressati uno con l'altro li aiuta a fuggire la solitudine? Oppure, infine, perchè dovendo molti di loro leggere in piedi durante il tragitto, non potendosi aggrappare alle maniglie sperano che la folla trattenga una loro eventuale caduta nel caso di frenate improvvise?
Mah, qualunque sia il motivo, devo dire che questo modo di fare è veramente odioso....vorrei tanto poter fare un sondaggio tra i giapponesi e capire cosa loro pensano di questo barbaro modo di usare i mezzi pubblici: loro corrono incontro al treno, eppure vedono che le persone sono già al limite delle porte ma coraggiosi entrano comunque di spalle e iniziano a spingere gli altri verso l'interno.....chi vorrebbe resistere alla pressione perchè ha trovato una posizione comoda prima o poi cede e si ritrova strizzato nel mezzo della carrozza.....

Ovviamente la cosa non finisce qui, perchè ad ogni stop in stazione c'è chi spinge e si fa spazio per poter scendere alla propria fermata!


3-Dicono che è da incivili soffiarsi il naso in pubblico..... allora è tanto meglio tirare di naso rumorosamente? O tossire o starnutire senza avere la delicatezza di coprirsi la bocca???? Insomma, davvero contro l'idea di persone civili, rispettose ed educate che supponiamo loro siano...


Anzi, non possiamo giudicare se siano o meno educati, perchè è come se loro avessero una concezione diversa di cosa è civile e di cosa invece non lo è, e per chi come me ha ricevuto una educazione presa dal libro del galateo del principe tal dei tali......magari trova strano tutto ciò. Che i miei amici giapponesi che dovessero eventualmente ritrovarsi a leggere i miei sproloqui non se la prendano troppo, anzi che mi facciano notare quali delle abitudini occidentali loro farebbero volentieri a meno di vedere!!


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On the Japanese manners. There's specifically three things I can't suffer:

1-the idea to use the pedestrians walkways as a cyclable way, who the heck had it????
The crazy and out of control cyclists put yours and their own life at risk, and yet nobody thought of fixing proper paths (preferable ON THE ROAD!).

2-Is the necessity to catch the hh:mm train, not the next, even if it's stuffed with people, due to the fact that they wake up late in the morning and hurry to go to work? is it due to the fact that they believe they get slimmer by the reciprocal squeezing? Is it due to the fact that they feel lonely and being pressed one another helps them to run away from it? Is it, finally,due to the fact that, as they read books while standing and can't hold to the handles, they hope the crowds keep them not to fall in case of sudden breaks?
Whatever the motivation is, I hate it...I'd like to make a survey to understand what the Japanese think of their barbarian M.O: they run to the train, and yet they see people are already popping out from the doors but are brave enough to enter backwards and push inwards..

3-They say blowing one's own nose in public is impolite...then is producing all sorts of noises with the nose better instead?cough or sneeze without even covering their mouths???
Anyways, I can't be the judge of their manners, since we have different cultures and different behavioral codes, maybe they find our manners very rude or weird, who knows!
In any case, what I have experienced goes against the idea of respectful, mannered and polite people...

Thursday, April 12, 2007

Lifestyle -- Teste giapponesi - Japanese hairstyles

Vorrei dilungarmi su un argomento che forse per noi comuni occidentali potrebbe destare stupore, e perciò vale la pena soffermarsi sul topic con occhio clinico e analizzare i fatti....si discute sulle pettinature sia maschili, sia femminili.


In generale esistono pochi, ma collaudati pattern, modelli che si ripetono con una certa frequenza nelle teste dei cari nipponici. Cominciando dai maschietti si possono riscontrare le seguenti:

-capelli come esplosi, a formare un perfetto riccio, resistente ma non rigido, come frutto di uno strano accoppiamento tra l'essere uomo e l'essere panda.....
-capelli lisci,medio lunghi, che cadono "liberamente" sulle spalle, in realtà frutto di una studiata mesa in piega che credo cominci già dalle prime ore dell'alba

-capello stile criniera leonina, con tanto di tintura biondiccia, comune sia agli uomini come alle donne, diffuso soprattutto tra i giovani 'hosto' a Shinjuku o della Shibuya-nightlife.

-capello alla "nonno di Sampei", in voga tra gli anzianotti.


E ora viene il bello, signori, perchè si discute sulle pettinature delle fanciulle......posso affermare che ormai la libertà di azione ha contagiato anche le giapponesi, quindi si vede un pò di tutto sulle loro teste, però in particolare si notano certi 'repetita'che vanno sottoineati:

-capello rigorosamente lungo, che cade ai lati delle spalle in due ciocche a unico enorme boccolo

-capello lungo acconciato in una cipolla esattamente al centro della testa, ma con la frangia sopra agli occhi. Aggiungo: pettinatura veramente giapponese

-come accennato sopra, capello lungo a taglio scalato, che si apre a criniera, biondo o con meches

-capello alla "nonna di Sampei" per le più mature.

-parrucche


Un appunto sul colore: se è vero che i giapponesi hanno per definizione i capelli neri, è altrettanto vero scovare tra la folla chiazze di giallo (attenzione:giallo, non biondo), viola, rosso fragola, mix di tinte, ecc, sebbene il colore che spopola fra le donnicciuole è il mogano, che abbinato alla pettinatura morbida e riccioluta fa molto bambola di porcellana.


Chi si aspettava che accennassi alla tipica pettinatura da geisha o da samurai, beh, meglio che si ricreda, perchè quel genere di capello ormai non si vede che in rare occasioni, magari andando a Kyoto, città simbolo per la tradizione e i costumi in Giappone, dove se si è fortunati si possono ancora vedere passeggiare alcune delle ormai pochissime vere geishe in circolazione oggigiorno.


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I'd like to focus on a topic that might raise amazement to our wester eyes, so I will clinically analyze the facts and discuss about.... men and women's hairstyles.

In general, few but well established patterns exist, and are repeated with high frequency on the Japanese's heads. Starting with boys we can find:

-hair like exploded, to form a perfect porkypine, resistant but not stiff, as a result of a strange mix between a human and a panda bear....

-strainghtened hair, half-long, falling "freely" on the shoulders which is in truth the results of a well studied style starting at sunrise perhaps

-lion style hair, blond-ish dyed, color common for men and women, but mostly spread among the joung 'hosto' in Shinjuku or in Shibuya's nightlife.

-hair 'sanpei's granpa' stlye, on the rise for older men.


And now, dearest, let's talk about ladies' hairstyles....and I can say that liberty in action has infected the Japanese too, so one can see a bit of everything on their heads, but some 'repetita' need to be addressed:

-long hair, falling on the shoulders in two big curls at both sides of the head

- hair wrapped exactly on top of the head, onion-shaped, with fringe on the eyes. And I add: this IS VERY Japanese.

-as above mentioned, long hair but with a scaled cut, blonde

-hair 'sanpei's granma' style, on the rise for older women.

-wigs


A note on the coloring: it's true that the Japanese by definition have black hair, and true as well is to find in the crowds accents of yellow (I mean yellow, not blonde), violet, red, color mix, and so on. Though, the most fashionable color seems to be brown, which put together with a curly and soft style gives a porcelain doll effect.


Who thought I could mention the typical samurai or geisha hair style should wake up, that style can't be seen anymore unless one walks Kyoto roads, the city of culture and traditions, where, if lucky enough, one can spot a couple of the very few real geisha remaining to date.

Monday, April 9, 2007

Hanami, view of cherry blossom - 花見


Buoooooooooooooooooooongiorno!

Domenica 1 Aprile, e mi sono svegliata con la testa pesante, dopo aver passato un sabato all'insegna delle emozioni forti.....


Prima tappa della gita della settimana: Ikebukuro, col suo Sunshine Building, un grattacielo di 60PIANI, dove c'è un osservatorio da cui poter vedere Tokyo e la sua immensa estensione a 360°. Appena preso l'ascensore, si viene colti dalla stessa sensazione che penso provino gli astronauti quando partono per lo spazio: l'ascensore sale direttamente senza fermate fino all'ultimo piano, al suo interno le luci sono sostituite da una illuminazione soffusa e alle pareti della cabina compaiono in uno sfondo stellato le figure dei segni zodiacali, e una leggera musica si diffonde dagli altoparlanti, e con la velocità di 'ascesa al cielo' di 300 metri (cioè l'altezza del grattacielo) in 30 secondi....e in quei 30 secondi lo stomaco mi è arrivato ai piedi!!!!!!Ma ne valeva la pena, lo spettacolo che si è presentato agli occhi, SOLO dopo aver pagato 5 euro di biglietto, è stato letteralmente da capogiro!


Dopo aver goduto del panorama, discesa a terra con lo stomaco in gola, stavolta, con obiettivo 'Hanami' ovvero: "visione dei fiori dell'albero di ciliegio". Come ho potuto osservare, questa festa, celebrata con immenso ardore anno dopo anno, non è altro che l'equivalente del nostro Lunedì di Pasqua, con tanto di preparativi per il picnic all'ombra dei ciliegi, in cui i giapponesi possono finalmente essere liberi di fare le cose più immonde che esistono....infatti, in questo particolare giorno si ha la possibilità di vedere la gente ubriaca fino al midollo, che si lascia andare a performance più che discutibili, guidata dall'ebrezza.


A parte però il lato umano, emerge il lato più poetico della celebrazione della vista dei fiori, e cioè proprio la vista dei fiori....poichè queste piante di ciliegio sono distribuite uniformemente su tutto il territorio, al momento fatidico dello sbocciare dei fiori, tutto il Giappone risplende di un una unica sfumatura di colore: da rosa intenso a bianco, e essendo gli alberi davvero grandi, alla vista di tanta potenza da parte della natura, ci si sente piccoli e insignificanti...viali interi pieni di gente che si mescola all'energia positiva derivante dalla fioritura, parchi interi puntellati di macchie rosa e bianche, tetti di rami fioriti da cui alcuni petali cadono al primo soffio i vento, facendoti sentire un tutt'uno con la natura....

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Goooood morning!

It's Sunday April 1, and after the shaking events of a Saturday night, I got up with a massive headache...

First stop for the weekend rounds is Ikebukuro and its Sunshine Building, a 60 stories building hosting an observatory on its last floor with amazing views of Tokyo.
Riding the elevator is a space-like experience: we go up to the last floor without stops, lighting inside is dim and stars and the zodiac signs appear on the elevator walls and roof. The ascending speed is 300m in 30 seconds, at which my stomach sunk to my feet. But the suffering was worth the 5bucks entrance fee, as the view was spectacular.

After that, return to ground with my stomach stuck into my throat, and then "hanami", that is cherry blossom viewing. As I got it, such an event can be comparable to our Easter Monday, when people go out in the parks and woods and arrange picnics. This is the time the Japanese are forgiven any behavior, they get drunk down to their bone marrows, and their performance shows it.

Other than that, there is a more poetic side of the whole flower admiration, that is the cherry viewing per se. Cherry trees are distributed evenly on Japan grounds, such that when the blooming time comes, the entire country shines of pinks and whites. One feels very small compared to the power of nature, and people feel one together with it...

Al lavoro!

Primo giorno di lavoro.

Sveglia alle 6:30 per essere sicura di avere tempo sufficiente per prepararmi, e poi esco di casa alle 8:00. Devo fare una stima dei tempi necessari per arrivare al lavoro alle 9:00.

Alla fine ci sono riuscita, alla nove spaccate ero in ufficio. Il benvenuto è stato sottotono. Il mio capo è stato gentile, ma è dovuto andare via per una riunione che lo terrà impegnato tutta la giornata. Comunque mi ha lasciato in affido ad un certo Hiro, che mi avrebbe aiutato nel setup del pc. Ho armeggiato col desktop sulla scrivania, ho collegato tastiera, schermo e mouse, ho avviato ma non e' successo niente! Che non ci sia installato ancora nulla?


Allora il gentilissimo Hiro mi ha passato i CD di installazione cosi potevo provare in quella maniera. Per fortuna, prima di avviare l'installazione ho optato per un test dei cd, perchè uno risultava danneggiato. Quindi ho aspettato fino all'ora di pranzo per avere i nuovi CD, con tanto di scuse per avermi fatto aspettare cosi a lungo. Durante l'attesa ho esplorato la mia postazione e ho trovato tanti aggeggini utili e non, e poi, accompagnata dall'onnipresente Hiro, ho fatto un giro del piano per conoscere i vari locali e sapere a cosa sono adibiti. Importante la sala cucina/ristoro: frigo, microonde, bustine di the, e li ho persino scelto una mia tazza personale tra le tante abbandonate da impiegati ormai trasferitisi altrove.


A un certo punto della giornata vado ai bagni, per meravigliarmi dell'ennesima diavoleria: il Wc elettronico, già ampiamente elogiato per le sue virtù, si rivela superato da un modello ancora più spaziale, che consente di emettere una musica copri-rumori, e niente di meno che un potentissimo deodorante che a confronto l'arbre magique secca dalla vergogna!!!!


Arriva l'ora del pranzo e i colleghi mi invitano con loro ad andare a rifocillarci a mensa. Questo e' secondo me il momento più rilassante della giornata, si ha tempo di chiacchierare, e mi si chiedono le solite domande: da dove vieni, che posto è, c'è delinquenza, ecc.

Ma non sapevo ancora cosa mi si prospettasse per il pomeriggio: dapprima un' esasperante viaggio in banca per aprire un conto per il quale, pare, non ho portato abbastanza documenti che certificano il mio legale soggiorno in città -alla faccia di cotanto visto appresso- e perciò non ho ancora uno spicciolo (niente pagamento in contanti dall'azienda). 

Sono tornata al lavoro più abbattuta di prima, ma per fortuna una simpatica ragazza, il cui nome e' per me impossibile da ricordare, ha pietà di me e, cercando di farmi un favore, mi porta in giro per tutti gli anfratti nascosti, dentro tutti i laboratori, lungo tutti i corridoi per fermare gli ignari colleghi e imporgli di presentarsi con me in inglese.
A fine giornata sono riuscita a memorizzare solo 3 nomi (tra cui il mio capo),  mentre per un numero imprecisato di 20-30 persone ho solo vaghi ricordi...Mi è impossibile ricordarne la faccia e quindi non voglio pensare a quanto mi ci vorra' per associargli un nome.

The workplace

Per me Marzo 2007 rappresentano un mese e un anno importante, perché’ da quel momento ha avuto inizio la mia vita veramente e interamente indipendente: ho iniziato a lavorare. Qualche giorno prima di Marzo sono stata all'ufficio del personale della mia futura mia azienda, dove una segretaria tutto pepe (e poco cervello) mi ha offerto la sua disponibilità per aiutarmi a compilare alcuni moduli (ancora e ancora).

Mi viene detto e ridetto che c’e’ un oggetto molto ma molto importante nella vita dei giapponesi, ovvero il timbro personale. Questo perché in Giappone non esiste la firma autografa, perché può essere contraffatta molto facilmente visto il tipo di scrittura con ideogrammi. Per ovviare a questo problema, i giapponesi hanno inventato un sistema di associazione univoco, che consiste nel dare a ciascuno un timbro, legittimato, approvato da non so quale autorità, dove un ideogramma a rilievo indica il nome di famiglia del soggetto e funge cosi’ da firma.

E visto che anche io ormai residente (e pagante tasse) in Giappone, devo possedere un timbro per la mia unica e sola autenticazione della firma. E mi viene consegnato lo stesso giorno che sono stata nell’ufficio del personale poco prima di sottoscrivere il contratto. E’ stato emozionante vedere il mio nome scritto su quel tondino di legno. Nello stesso giorno ho anche firmato alcuni documenti con questo sistema.

Poi ho fatto un giro, una sorta di visita guidata dell’edificio e dell'ufficio dove ci stanno il mio boss e gli altri colleghi, circa 10, per conoscerli. Stavano tutti in una stanza abbastanza grande, ma ognuno con poco più di 1 metro quadro a disposizione: una scrivania con sedia, circondata da alte separazioni su tre lati, un computer e nient'altro. Ho appreso che il capo non e’giapponese, e solo un altro dei suoi dipendenti non lo e’. Per il resto, tutti giapponesi e solo uomini. Forse c’e’ un'altra ragazza nel gruppo, ma non sono ancora sicura. Spero di si. Quello che pero’ mi preoccupa adesso e’ imparare e memorizzare i nomi di tutti, cosa di cui non sono tanto capace, il prima possibile.

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March 2007 is for me an important month/year because it is when I began my independent, totally independent life: it’s when I started my first job. Just a few days before March I went to the personnel’s office in my future company, where a lively (but dumb) secretary was very helpful in writing up and signing some more documents. I am told now and again that in the life of the Japanese there’s an important tool, that is the personal stamp. This is because the concept of signature in Japan is different, and handwritten signature made of symbols is not used because easy to counterfeit. To solve the problem, the Japanese came up with the idea of giving each person one unique signature in the form of a stamp with their family name, legalized by some authority so that it is THE signature of that individual.

And because now I am also a resident (and tax paying) in Japan, I must own a stamp as the only means of authentication of my signature. And I am given the star on the same day I went to visit the company, just in time to sign the contract. I was somewhat pleased to see my name carved in that small piece of wood…which I used on the same day to sign some more forms.

After the paperwork time I was taken for a tour of the building and I was also taken to the office to be introduced to my boss and his group, about 10 people all together. They all shared a large room and were assigned a cubicle about 1 meter long, a desk, a computer and a chair. That’s it. I learned that the boss is not Japanese and everyone else (maybe except another one) was Japanese. There could be another female, I am not entirely sure, but other than her and myself it’s all males. Anyway, what worries me no is to memorize everyone’s names as soon as possible, something I am not good at.

Burocrazia nipponica

E arrivò finalmente il giorno in cui potei sentirmi un pò più giapponese.......in questi giorni sono andata nei vari uffici per sbrigare le pratiche necessarie a non essere espulsa dal Giappone per eccesso di clandestinità!!!!

Per prima cosa, assieme all'amico ultimo arrivato dall'Italia nella mia stessa situazione, mi sono recata alla sezione municipale della mia circoscrizione: Minato-Ku, dove ho fatto la richiesta per avere la ID-card, una tessera di identità obbligatoria per tutti, giapponesi e non. Fatta la richiesta, mi e' stato rilasciato un foglio rosa, che attesta il mio regolare soggiorno in città mentre aspetto la tessera, e per ottenerlo ho pagato circa 2 euro. Direste voi: semplice! Ma se non fosse stato per il mio amico che aveva compilato lo stesso modulo qualche giorno prima, sarei ancora lì a cercare di capire quali campi del modulo riempire e cosa volessero dire!!!

Ma ottenuta la ID-card, o almeno, ottenuta la garanzia che mi faranno questa tessera, tutte le porte si aprono: posso acquistare un telefono, posso aprire il conto in banca, insomma, tutto è possibile!

Gia' che ero li, dal municipio sono passata all'ufficio immigrazione per raddrizzare un altro elemento storto in questa dura vita da espatriati: un permesso di rientro. Per chi non lo sapesse, vi informo che non basta ottenere il visto per poter fare avanti e indietro dal Giappone quando si vuole....eh, no! Se per puro caso, per una circostanza fortuita, per sfiga, per un accidente, o per qualsiasi altra cosa uno straniero con regolare permesso di soggiorno, dovesse uscire dal Giappone senza fare una debita richiesta per poter rientrare, si si avete capito bene: PER POTER RIENTRARE, allora perde il diritto ad essere residente giapponese e se vuole tornare deve richiedere di nuovo il visto e il permesso di soggiorno!!!!!

Da non credere, ma è proprio quello che ho dovuto fare, e così ho pagato quasi 40 euro per avere un permesso di rientro multiplo - perchè esiste anche il permesso di rientro singolo, ma con la noia che ogni volta prima di partire per l'estero si deve fare sto cavolo di richiesta- e così per 3 anni non mi devo preoccupare.

Manca adesso la cosa più importante: aprire il conto in banca, così da avere la possibilità di poter mettere da parte qualche spicciolo.

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The time I could finally feel a little more Japanese has arrived....lately I have been going around offices to do all the necessary steps in order not to be expelled as a non regular resident.

First thing, together with a friend, who recently moved here too and was in my same situation, I went to the municipal office of my town, Minato-Ku, where I applied for an ID card. I received then a paper stating my temporary residence permit until the day I receive the card, and to get that I paid something like 2 bucks. It sounds simple so far, but I had to thank my friend who had the application form pre-filled and I could fill mine by looking at his, otherwise I'd still be there trying to figure out how.

But once I get the ID, or the paper promising I will, all doors open: I can buy a phone, open a bank account...everything's now possible.
As I was in the bureaucracy loop, I headed soon after to the immigration office to obtain another important piece of the legal stay for us immigrants in Japan: a reentry permit. For those who don't know, a work visa is not enough for us to be going in and out of Japan; we do need to apply for a reentry permit so that we are allowed to REENTRY the country. This is crucial, because in the eventuality of an emergency or whatever thing that requires us to leave Japan temporarily, if we don't show we have a valid permit to reenter we lose our residency status and have to apply for a new visa.

So I did get my multiple reentry permit (as opposed to have a single reentry permit that's valid only for one time) that allows me to go in and out for 3 years. Forty bucks lighter, I got my permit and now I can finally worry about opening a bank account so I can start saving some money.

Sunday, April 8, 2007

Lifestyle -- Mondo gadget

In questa puntata vi introduco ad un argomento alquanto spinoso.....


Si sa che da che il mondo è mondo, la donna ha sempre usato trucchi e stratagemmi per apparire quella che non è,e così brutte racchie si possono trasformare in principesse, almeno all'apparenza, ma, si sa, l'apparenza inganna. E mai tale detto è stato confermato come quanto accade qui.....non potete nemmeno immaginare quali arcani mezzi e che stregonerie usano le giapponesi.......ecco perchè, allora, le geishe dell'antichità erano tanto amate: in fin dei conti, con tanti e tanti chili di stoffa addosso, multistrati a non finire, chi volete che si accorgesse se poi avevano milioni di difetti dal collo in giù?!?!?!?


Qui si trova di tutto: dalle creme annulla peli superflui su viso, braccia, gambe, ecc, alle pezze per il viso uso sauna, ai milioni di tipi di sottopiede per aggiustare e raddrizzare ogni tipo di postura,dai gel anti-callo ai prodotti per la pulizia del viso,dagli occhialini elimina-borse alle fasce contro il mal di denti,dalle mutande contenitive a quelle che alzano il sedere, idem per le calze, dalle canotte che fanno perdere due taglie alle tutine dimagranti, dalle pinzette elettriche per le sopracciglia ai bigodini per tutti i tipi di ricci........per non parlare delle giacchine per cani adatte ad ogni situazione, persino travestimenti da winnie the pooh (molto in voga, assieme ai motivi di lilo&stitch), e del make up.....c'è persino un siero capace di modificare la forma dell'occhio, di allargarlo, ma non chiedetemi come......magari è un concentrato di collagene e botulino.....chissà! Resta il fatto che qui ne sanno una più del diavolo, nel vero senso della parola, e dunque, cari amici, chiedete qualsiasi cosa, anche quello che pensate non esista, e non dubitate perche qui a tokyo troverò tutto quello che cercate!


Altra cosa immancabile nel kit da perfetto giapponese è il cellulare, rigorosamente colorato e modello a conchiglia, usato fino allo sfinimento e corredato di ciondolini vivaci, e top del top, i-pod sempre infilato all'orecchio!Appendice bionica del nuovo millennio, è un accessorio che hanno persino gli ultra-centenari che prendono la metro solo per scendere alla fermata successiva dove c'è il supermercato per fare la spesa o la posta dove prendere la pensione!!!! Da non crederci! Altro must per le "over-ento" (qui si comincia a vedere che le persone invecchiano solo dopo i 95 anni), è il bastone da passeggio, essendo piegate dagli anni, e l'immancabile cappellino stile regina elisabetta, oppure stile giocatore da baseball (versione sport della prima!).


Che vi devo dire amici, qui motivi per stupirsi e gioire di tanta diversità ce ne sono a non finire, provare per credere!!!!

Sayonara.

In this episode I introduce a difficult topic....


We all know, since the world has existed, women have always been using tricks to look better, so happens that ugly things can transform into princesses, apparently, but appearence is a trick itself. Such a belief has never been more true as it is here...you can't even imagine what strategies and witcheries the Japanese ladies use. That's why the ancient geisha are so loved: all in all, under layers and layers of heavy clothes, who do you think will notice about the gazillions of defects from neck to toes?!?!?!?


Everything can be found here: creams against face/arm/leg hair, then face cloth for a sauna-effect, millions of plantar to correct any type of posture, from gel against calluses to face whitening cleansing stuff, from glasses to relax the eyes to bands against toothache, from retaining underwear to pushup hotpants, tops that make lose 2 sizes, slimming suits, electric razors for eyebrows and so on..not to talk about the dogs jackets for any situations, even costumes (winnie the pooh, lilo&stitch, and so on). Then makeup...there's even a gel that can modify the shape of the eye, maybe it's a concentration of botox and collagen..I have no idea!!! And this is nothing but the surface of the iceberg...The fact is, here they have solutions to everything, so ask, what you think doesn't exist, and don't doubt because Tokyo has all you are looking for!

Another thing that can't miss in the kit of the perfect Japanese is the mobile phone, colored and flip-open model, used till exhaustion and enriched with lively dangling things and straps. On top of this top there's the ipod! Bionic appendix in the new millennium, this accessory is worn even by the uber-old ones who catch the metro just to get off at the next station, where they have the shops to buy in! Another must-have for the over-95 (here you can see people growing older only after their 95 years) is the walking stick, and a hat.

What to say friends, here there's plenty of ways to be impressed and to enjoy such diversity!